Viene definita contenzione la fase che ha come obiettivo quello di mantenere i denti nella loro corretta posizione al termine del trattamento attivo: senza una fase di mantenimento, il trattamento ortodontico risulta potenzialmente instabile e può comportare il ritorno alla situazione precedente al trattamento , oppure ad una nuova malocclusione a causa di tre maggiori problemi:
a) i tessuti gengivali e periodontali modificati dal trattamento ortodontico necessitano di tempo per riorganizzarsi dopo la rimozione dell’apparecchiatura;
b) i tessuti molli che circondano la cavità orale esercitano una pressione che può comportare recidiva;
c) i cambiamenti prodotti dalla crescita possono alterare l’allineamento dei denti. la recidiva interviene quando queste forze muovono i denti in modo sfavorevole rispetto alla loro corretta posizione. Per minimizzare i rischi di recidivala quasi totalità dei pazienti ortodontici necessita un apparecchiatura di mantenimento.
La contenzione viene effettuata tramite apparecchi che vengono chiamati “retainers”. Vi sono diversi tipi di retainers, divisi in due gruppi: fissi e mobili. La tipologia di retainer utilizzato e la durata della contenzione varia da un paziente all’altro, nonché dalla scelta dell’ortodontista.
Nella arcata superiore un tipo efficace di retainer e’ rappresentato da una mascherina termostampata trasparente che ricopre le superfici di tutta la dentatura ed una quantità di gengiva e palato variabile a secondo degli autori. Sono ben tollerati dal paziente che, in base alle indicazioni dell’ortodontrista, indossa l’apparecchio durante la notte.
Per l’arcata inferiore si usano spesso ritentori incollati lingualmente da canino a canino, fabbricati in sottile filo di acciaio intrecciato.
La tecnica prevede l’adattamento del filo sulla superficie linguale dei denti inferiori anteriori e l’incollaggio con apposite resine composite . Fintanto che il retainer è in posizione il paziente dovra’ sottoporsi a controlli regolari presso il proprio ortodontista.